by Tomaso_C
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Mostra “OMAGGI AL MAESTRO – VARIAZIONI SU TEMI DI SERGIO ALBANO NEI COLLAGE LOSA’NTEMI DI ELIO VITTONETTO”
Inaugurazione venerdì 26 ottobre alle ore 17.00
Auditorium Vivaldi
VOLANTINO
Orari:
lunedì – venerdì dalle 10.00 alle 18:00
sabato dalle 10.00 alle 13.00
LA MOSTRA – COMPONENTI E RIFLESSIONI
OPERE ESPOSTE SU PARETI E SU GRIGLIE
La Sala Mostre della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino ospiterà 66 opere, 50 collage e 16 dipinti (di cui 4 su griglia).
Il nucleo principale dell’esposizione è costituito dai 32 collage “Omaggio a Sergio Albano”, al quale saranno riservate le pareti est e sud della Sala Mostre.
La parete ovest della Sala (quella parallela all’Auditorium Vivaldi) e la parete nord (quella dell’accesso alla Sala Mostre) riceveranno collage e dipinti di Elio Vittonetto.
OPERE E DOCUMENTI IN BACHECHE
In 21 bacheche “basse” saranno ospitati, in base a specifiche necessità, testi, riviste, brochure, disegni e/o fotografie dedicate alle attività di Sergio Albano e di Elio Vittonetto. Alcune bacheche riceveranno documentazione illustrativa del metodo LOSA’NTEMI.
In 8 bacheche “alte” saranno esposti 9 dipinti e documentazione relativa ai “Pittori di famiglia” Alba Albano, Mario Albano, Carlo Musso e Matteo Vittonetto.
TRE FAMIGLIE
Nell’anno 1900, in un appartamento di Via Garibaldi a Torino, nasce Matteo.
Pochi anni dopo, Albina Piovano e Gaspare Vittonetto, decidono di dare al primogenito Matteo due sorelle, Giuseppina e Caterina.
Fratello e sorelle avrebbero poi messo su tre famiglie, e da queste ecco, in futuro, un gruppo di sei pittori: Carlo Musso e Mario Albano, mariti rispettivamente di Giuseppina e Caterina, lo stesso Matteo Vittonetto e, poi, Alba e Sergio Albano e Elio Vittonetto.
Un gruppo di pittori (tre cognati e tre cugini) legato da rapporti di parentela e da una condivisa passione per la pittura e la musica..
Chissà se i tre cugini sarebbero esistiti come pittori senza l’esempio dei loro padri e/o zii?
TESTIMONI DI AFFINITA’
Condividono questo ruolo due oggetti: un pianoforte e un cavalletto da plein air.
Nel 1880, un pianoforte, prodotto a Parigi dalla ditta Jelmini Joseph, fu accolto in un appartamento di via Garibaldi dai coniugi Piovano, bisnonni della pittrice Alba Albano che poi ereditò lo strumento.
Negli anni, sulla sua tastiera si sono cimentate molte mani di aspiranti pianisti.
Prima le mani di una bisnonna, poi di una mamma e poi quelle dei figli di questa, Matteo e le sue sorelle Giuseppina e Caterina.
Solo Giuseppina fu avviata allo studio dello strumento, mentre il fratello Matteo dovette invece adattarsi, a malincuore, a suonarlo a orecchio.
In seguito, anche Alba fu avviata allo studio del pianoforte, quando il fratello Sergio riusciva, anche lui a orecchio, a improvvisare variazioni su temi di compositori russi.
Anche Elio ha suonato con piacere quel pianoforte più volte e, in ultimo, forse anche con l’intento di ritardarne il pensionamento.
Il cavalletto Jullian Mod. Boite Chevalet Plein Air PM è quello usato da Carlo Musso per dipingere in alta montagna, anche in inverno.
Ereditato dallo zio, il cavalletto è stato poi utilizzato da Sergio, durante la fase di pittura da lui praticata en plein air.
Donato da Sergio a suo cugino Elio, questi lo ha usato nel corso di varie “campagne” pittoriche dedicate alla grande industria dismessa, torinese e piemontese, ma anche a luoghi come il Museo Regionale di Scienze Naturali e la Reggia di Venaria Reale.
CURIOSITA’
Gli omaggi al pittore Sergio Albano vengono tributati dal cugino Elio Vittonetto che si qualifica suo Allievo senza esserlo mai stato.
Gli omaggi non sono dipinti realizzati “alla maniera” del Maestro, ma collage creati con immagini “estratte” dalle opere dello stesso Sergio Albano “rilette” con il metodo “LOSA’NTEMI – I collage di tessere-modulo a forma di losanga”, ideato da Elio Vittonetto.
I pittori Mario Albano, Carlo Musso, Matteo e Elio Vittonetto sono stati disegnatori, disegnatori d’ornato e progettisti presso l’Ufficio Tecnico dei Lavori Pubblici della Citta’ di Torino.
MODI DI ESSERE
La mostra è dedicata alla memoria del pittore Sergio Albano per il suo valore di artista e per il suo magistero.
La cura della mostra ha comportato la contestualizzazione storica dell’evento.
Si è pertanto raccolta una insospettabile quantità di notizie e materiale utile a descrivere l’ambiente in cui si è sviluppata la creatività dei sei pittori.
Notizie e materiale che offrono al visitatore l’occasione di cercare e scoprire personali punti di contatto con il mondo a cui, di fatto, è dedicata la mostra.
Una mostra che può essere letta come rassegna di modi di essere propensi a creare piuttosto che apparire. Torino docet.
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